Hora è una collettiva promossa dall’Associazione Italia-Israele di Catania e organizzata dall’Associazione iDesign di Palermo che raccoglie e presenta i lavori di varie generazioni di artisti israeliani contemporanei: personaggi già ampiamente affermati nel panorama mondiale espongono insieme a giovani artisti riconosciuti come autentiche promesse per la loro originalità espressiva.
Fin dagli albori della creazione dello stato di Israele, la Hora (הורה), la tradizionale danza, è diventata un simbolo della ricostruzione del paese, rispondendo così alle diverse e nuove esigenze che il nascente stato si è posto: religioso-etnico, nazionale, sociale e persino ludico. Il nome Hora, pronunciato diversamente in vari paesi, deriva dall’etimo greco χορός (khorós), danza che, coniugato con la forma del greco antico χορεία (khoreía), fa riferimento ad un recinto, adottato in Israele con il significato di cerchio di danzatori aperto a tutti. Israele è sempre stato un territorio dove diversi popoli, identità e idee spirituali si sono incontrati e influenzati a vicenda. Ciascuno di questi apporti culturali ha contribuito, e continua a contribuire, al processo di formazione di un’identità israeliana solida.
«Questo evento vuole rilanciare – spiega Così il prof. Antonio Danese, presidente dell’AIIS-CT, esprimendo il pensiero suo e dell’intera assemblea dei soci – le attività culturali dell’Associazione Italia-Israele di Catania (AIIS-CT) che quest’anno ha rinnovato la sua compagine interna e ha aderito ufficialmente al sistema nazionale delle APS, associazioni di promozione sociale. La mostra mira a creare ponti fra le culture del Mediterraneo, migliorando la visibilità e la conoscenza – presso il grande pubblico e i media – degli orientamenti artistici israeliani, spesso offuscati da altre eccellenze produttive del paese ebraico, quali l’hi-tech e la medicina. Comunicando meglio le più recenti tendenze dell’arte israeliana presso il pubblico italiano si vuole operare un’azione pedagogico-didattica per forgiare i visitatori ai valori della cittadinanza europea, contribuendo altresì alla maturazione della consapevolezza della necessità di una pace stabile fra i popoli del bacino del Mediterraneo».
«La cultura dell’accoglienza – sostiene Daniela Brignone, curatrice insieme a Moshe Ben Simon della mostra – che è patrimonio della terra israeliana, espressa metaforicamente nella danza, diventa un tema pregnante nell’epoca in cui viviamo, un forte riferimento ad una condizione globale in cui i conflitti e le migrazioni determinano un’instabilità. Le opere selezionate sintetizzano efficacemente la storia e la cultura legate al passato, al presente e al futuro del popolo israeliano, che hanno dato origine a sincretismi, a una memoria collettiva e a una ritualità confortante che unisce il popolo ebraico in ogni parte del mondo».
Al pari della Hora, questa mostra si prefigge come obiettivo quello di esporre ai visitatori le nuove correnti artistiche che hanno contribuito alla ricerca quotidiana dell’identità israeliana. La Hora è un cerchio di danzatori aperto a tutti, esattamente come l’identità israeliana che è in continua trasformazione e accoglie al suo interno nuove esperienze visuali e di provenienza sub-identitaria, generatrici di idee di integrazione nei mondi dell’arte, tanto israeliano quanto degli altri paesi del bacino del Mediterraneo.